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Analisi della luce

Noi di Toniolo s.r.l. siamo al servizio dell’industria cartaria dal 1910. La nostra storia, da sempre legata alla produzione della carta, ci ha permesso di raggiungere alti livelli di conoscenza nel settore, competenze approfondite, ed esperienza che ci permettono di proporre soluzioni e prodotti affidabili.

Per noi di TONIOLO s.r.l. il cliente è importante, ed è questa l’unica ragione per cui abbiamo pensato ad una serie di prodotti relativi all’analisi luce, che è di grande importanza nell’industria cartaria.

Continua a leggere per scoprirli in dettaglio.

Cabina 4 Luci Per Esami

Si tratta di una cabina multiluce per la visione del colore e degli effetti del fenomeno del metamerismo.

  • 1 lampada luce di Wood: 18W;
  • 1 lampada incandescente al tungsteno: 35W;
  • 1 lampada fluorescente daylight: temperatura di colore 6500K;
  • 1 lampada fluorescente bianca calda: temperatura di colore 4000K;
  • Alimentazione: monofase 220V-50Hz.

Cabina 4/5 Luci Per Esami

Si tratta di una cabina multiluce per la visione del colore e degli effetti del fenomeno del metamerismo.

Utilizza tre fonti di luce standard: luce giorno (a scelta tra D65 e D50), luce interno (a scelta tra CWF eo TL84), luce corrispondente all’illuminante A (incandescente), in aggiunta come optional si può disporre di luce Ultravioletta (UVA BLB).

Lampade Manwood

La lampada Triwood consente di osservare le fluorescenze dei materiali senza alcuna alterazione.

Tipo con maniglia, delle dimensioni di mm 260x170x70h.

Con 6 lampade filtrate da 366nm da 6W cad, 3 interruttori, cordone con spina da 6A.

6 lampade filtrate: BLB6T5.

Lunghezza onda 366 nm.

Alimentazione 220V – 50Hz.

Opzioni:

  • Supporto aperto;
  • Supporto box;

Lampada Manwood

Consente di osservare le fluorescenze dei materiali senza alcuna alterazione.

Due lampade: BLB6T5 da 6 Watt cad.

Lunghezza onda: 366 mm.

Un interruttore con cordone e spina 6A.

Alimentazione su scheda elettronica a 220V.

Durata lampada 1000 ore circa.

Tipo manuale composto da una custodia in materiale PVC tubolare Ø 63 mm e lunghezza 280 mm.

Nell’industria cartaria è impiegata per individuare la presenza di imbiancanti ottici nelle carte tissue.

Misuratore digitale del grado di bianco

Misura il grado di bianco di carta, cellulosa, plastica, porcellana e altri materiali non metallici.

Attraverso l’intensità dei riflessi diffusi, il misuratore del grado di bianco definisce come 100 il grado di bianco su superfici piane. Il grado di bianco di una superficie completamente nera viene definito 0.

Specifiche tecniche

  • Range di misura 0 … 100;
  • Risoluzione 0,1;
  • Precisione < ±0,1;
  • Normative internazionali ISO 2470; ISO 3688;
  • Display LCD;
  • Diametro di misura Ø 15 mm;
  • Range minimo 0,1;
  • Alimentazione 5 x Batterie AA;
  • Dimensioni Ca. 235 x 75 x 65 mm;
  • Peso Ca. 500 g.

Contenuto della spedizione: 1 x Misuratore del grado di bianco, 1 x Valigetta,1 x standard di calibratura nero,1 x standard di calibratura bianco, istruzioni per l’uso. Omologato secondo UNI ISO 2470-1:2016 CARTA e ISO 3688:1999 PASTE.

 

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Sistemi di pre-filtrazione

Che ci sia noto, oppure no, è bene dire che nel processo di fabbricazione della carta vi è notevole utilizzo di acqua fresca proveniente anche da bacini a cielo aperto, sia esso un fiume o un lago; ed è proprio a causa dell’elevato quantitativo utilizzato nelle fasi iniziali della produzione che è bene pensare a delle soluzioni per la riduzione dei consumi d’acqua senza però ridurre la qualità dei servizi.

Ecco quindi che entrano in gioco i filtri, che sono utilizzati nelle cartiere sia per il normale riciclo e riutilizzo dell’acqua, così come per purificare l’acqua proveniente dai bacini esterni pozzi, fiumi o bacini.

Tali installazioni quindi produrranno una serie di vantaggi tra i quali:

  • L’applicazione di questi filtri consente un riutilizzo delle acque;
  • Aiutano a prevenire gli accumuli di inquinanti (fibre) nelle tubazioni, riducendo la possibilità di distacchi del materiale che si forma all’interno del tubo che va ad intasare i sistemi di spruzzo o le utenze a valle;
  • Notevole risparmio di acqua con ovvi benefici in termini di costi ed impatto ambientale;
  • I filtri vanno automaticamente in pulizia appena il manometro differenziale rileva un parziale intasamento della cartuccia, oppure dopo un tempo prefissato, consentendo una gestione completamente automatica senza l’intervento di personale;
  • La filtrazione è di tipo meccanico con raschiatori o spazzole, i filtri montati dopo le pompe hanno bisogno di una pressione positiva molto bassa ( 5-6 metri di c.a.);
  • Bassi scarti di acqua in quanto il ciclo di pulizia dura in totale circa 8 secondi durante i quali solo per 4-5 secondi la valvola di scarico rimane aperta. Questo consente di scaricare solo il contenuto della cartuccia;
  • Basse perdite di carico (0.2-0.3 bar) grazie alla particolare conformazione della cartuccia.

Filtri nell’industria cartaria: applicazioni

  • Immissione di acqua fresca;
  • L’acqua fresca prelevata dall’ambiente per il reintegro nella produzione deve essere sempre filtrata. In tempi di siccità, nei pozzetti rimane una notevole quantità di sabbia, mentre durante i periodi di forti piogge o quando ci sono piene nei fiumi e nei bacini ci possono essere grosse quantità di contaminanti che possono creare problemi ai sistemi di prelievo delle stesse, rami, alghe, fogliame ecc. che sporcano o intasano tele, feltri, tubi, pompe, ugelli;
  • I filtri utilizzati per questo scopo hanno un fattore di filtrazione che varia tra 50 e 1500 micron, a seconda del tipo di inquinante in questione, e dallo scopo per il quale l’acqua è utilizzata;
  • Filtrazione di acque bianche;
  • L’applicazione più diffusa dei filtri in cartiera è dedicata al ricircolo dell’acqua proveniente dal sottomacchina;
  • Applicazione per adduzioni chimiche per la carta e connessi;
  • L’applicazione di filtri autopulenti per l’immissione di acqua e prodotti chimici nei cicli produttivi hanno portato ad un notevole miglioramento della qualità del prodotto finito oltre che ad una maggiore facilità di applicazione;
  • Altre filtrazioni nel ciclo produttivo.

Descrizione

Il sistema di filtrazione proposto da noi di TONIOLO s.r.l. prevede:

  • 1 Matraccio conico 1000ml in PYREX per filtrazione sottovuoto;
  • 1 Confezione accessori per sistema pre-filtrazione, anelli GUKO (7pz);
  • 1 Pompa per vuoto ad acqua con attacco per gomma;
  • 1 Tubo in gomma rosso (FABUS) 7x17mm – lunghezza 2mt;
  • 1 Imbuto BUCHNER in porcellana Ø 150mm;
  • 1 Beuta graduata 2000ml in vetro DURAN;
  • 1 Confezione 100pz cartafiltro WHATMAN 4 Ø 150mm.
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Ph Metro Da Banco e Ph Metro Portatile

Noi di Toniolo s.r.l. siamo al servizio dell’industria cartaria dal 1910, in questo articolo, vogliamo ancora parlarti dell’analisi dei sistemi di filtrazione. In questo articolo però, prenderemo in esame le caratteristiche dei nostri Ph Metri da banco e portatili. Se vuoi sapere di cosa si tratta, continua a leggere!

Come detto, un pHmetro è uno strumento utilizzato per misurare il grado di acidità o alcalinità di una soluzione, noto anche come pH. Il pH è l’unità di misura che indica il grado di acidità o alcalinità. Si misura su una scala da 0 a 14.

L’informazione quantitativa fornita dal valore pH esprime il grado dell’attività di un acido o di una base in termini di attività dell’idrogenione. Il valore di pH di una sostanza è direttamente correlato al rapporto delle concentrazioni di idrogenione [H+] e di idrossilione [OH-]. Se la concentrazione di H+ è superiore a OH-, il materiale è acido, cioè il valore pH è inferiore a 7. Se la concentrazione di OH- è superiore a H+, il materiale è basico, cioè il valore pH è superiore a 7. Se sono presenti quantità uguali di ioni H+ e OH-, il materiale è neutro, con un pH pari a 7. Gli acidi e le basi contengono, rispettivamente, idrogenioni e idrossilioni liberi. La relazione tra idrogenioni e idrossilioni in una data soluzione è costante per una determinata serie di condizioni ed è possibile determinare gli uni conoscendo gli altri.

I nostri prodotti: pHmetro da banco e portatile

Descrizione del pHmetro da banco

Norme di riferimento: UNI ISO 6588-1:2013 – CARTA, CARTONE, PASTE.

Compensazione automatica della temperatura ATC e memorizzazione fino a 150 punti.

Agitatore, porta-elettrodo e porta sonda temperatura incorporati nello strumento.

Controllo stato elettrodo e riconoscimento delle soluzioni tampone automatico.

Uscita dati USB e RS232

Alimentazione: DC 9V

Dimensioni: 103x145x32mm escluso asta porta elettrodo

Peso 700g

Inoltre è completo di:

  • 1 soluzione pH 4.00;
  • 1 soluzione pH 7.00;
  • 1 elettrodo mono-tubolare combinato in vetro;
  • 1 termo sonda per lettura (pt100) con soluzione di mantenimento;
  • 1 alimentatore 9V;
  • 1 Software e cavi.

Descrizione del pHmetro portatile

Il pHmetro portatile che usiamo noi di Toniolo s.r.l. è completo di valigetta, utilizzabile a batteria interna o con alimentatore (opzionale).

Norme di riferimento: UNI ISO 6588-1:2013 – CARTA, CARTONE, PASTE.

Display LCD a grandi caratteri con compensazione manuale o automatica della temperatura °C-°F e lettura simultanea di pH e temperatura.

Indicazione stato batteria.

Autospegnimento (10 minuti).

Peso: 260g (con batteria)

Dimensioni: 96x120x46mm

Inoltre è completo di:

  • 1 soluzione pH 4.00;
  • 1 soluzione pH 7.00;
  • 1 elettrodo mono-tubolare combinato;
  • 1 batteria 9V;
  • 1 termo sonda per lettura (Pt 100) con soluzione di mantenimento;
  • 1 Valigetta di trasporto in materiale antiurto.

Se vuoi saperne di più, hai domande, o semplicemente vuoi ricevere informazioni, contattaci!

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Analisi – sistemi di filtrazione

Noi di Toniolo s.r.l. siamo al servizio dell’industria cartaria dal 1910. La nostra storia, da sempre legata alla produzione della carta, ci ha permesso di raggiungere alti livelli di conoscenza nel settore, competenze approfondite, ed esperienza che ci permettono di proporre soluzioni e prodotti affidabili.

In questo articolo vogliamo parlarti dell’analisi dei sistemi di filtrazione. Se vuoi saperne quali sono gli strumenti usati da noi di TONIOLO s.r.l. continua a leggere.

Conduttivimetro: cos’è e a cosa serve

Iniziamo con il dire che i conduttimetri, o conducimetri, sono strumenti digitali in grado di misurare la conducibilità elettrica dei liquidi.

La conducibilità è un parametro molto importante nell’analisi delle acque; siano esse potabili, reflue o di processi industriali. I conduttimetri trovano impiego in Industrie chimiche, laboratori, tipografie, scuole e università, trattamento acque reflue, torri di raffreddamento e caldaie.

Per conduttivimetro quindi, si intende un apposito strumento che viene utilizzato per misurare appunto la conducibilità, ma anche l’TDS, la salinità e la visualizzazione della temperatura. I conduttimetri da laboratorio e industriali sono strumenti precisi e affidabili, utilizzati come detto, per la misura della conducibilità.

Questi particolari strumenti sono presenti sul mercato sia in versione da banco per l’uso in laboratorio, ma anche in versione portatili per l’uso negli impianti industriali di processo. Inoltre i conduttimetri sono disponibili anche in versione multiparametro per la misura contemporanea di diverse grandezze elettrochimiche come pH, salinità, resistività, TDS ecc.

La tipologia dei conduttimetri portatili, sono forniti di una valigetta per il trasporto e sonda ad immersione, mentre quelli da laboratorio hanno un comodo portaelettrodo da banco.

Descrizione

Noi di TONIOLO s.r.l. utilizziamo il conduttimetro da banco professionale, dotato di un innovativo display LCD a colori ad alta definizione.

  • Taratura automatica della conducibilità fino a 5 punti (84; 147; 1413 µS e 12,88; 111,8 mS) ed un punto definito dall’utente;
  • Cambio scala automatico;
  • Temperatura di riferimento selezionabile (15…30 °C) e costante di cella selezionabile (C= 0,1; 1; 10);
  • Indicazione con icone dei valori tarati;
  • Indicatore di stabilità della misura e possibilità di selezionare 3 livelli di stabilità;
  • Range di misura 0,00 … 200 mS;
  • Risoluzione 0,01 – 0,1 – 1 µS / 0,01 – 0,1 mS;
  • Accuratezza ± 2% f.s;
  • Gestione luminosità Manuale;
  • Grado di protezione IP 54;
  • Output – Micro USB e RS 232;
  • Alimentazione Adattatore 5 V Tensione elettrica 100 … 240 V;
  • Condizioni operative 0 … +45 °C.

Se vuoi saperne di più, hai domande, o semplicemente vuoi ricevere informazioni, contattaci!

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Abrasione

Noi di Toniolo s.r.l. siamo al servizio dell’industria cartaria dal 1910. La nostra storia, da sempre legata alla produzione della carta, ci ha permesso di raggiungere alti livelli di conoscenza nel settore, competenze approfondite, ed esperienza che ci permettono di proporre soluzioni e prodotti affidabili.

In questo articolo vogliamo parlarti dell’Ugra Abrasion Tester; continua a leggere ed insieme capiremo di cosa si tratta.

Ugra Abrasion tester

Il dispositivo è costituito dai seguenti elementi:

  • Una guida scorrevole con contatore;
  • Una slitta di abrasione che scorre su telaio;
  • Un blocco metallico (peso 520gr) sostenuto liberamente dall’intelaiatura guida, il lato inferiore coperto da un rivestimento in gommapiuma;
  • Un piano in plexiglass liscio (circa 14×26 cm) che serve come base di abrasione.

Il blocco metallico ha una superficie di 50x50mm, che provoca una pressione abrasiva di 2 mN/mm2 o 0,2 N/cm2. Il percorso di frizione misura 2x10cm per doppio movimento (to-and-fro) e viene registrata automaticamente dal contatore.

Preparazione del campione di prova

Normalmente il campione di prova stampato viene posizionato sulla base di abrasione e la carta non stampata che funge da elemento di contrasto viene appoggiata sulla slitta di abrasione e spostata avanti e indietro. L’unica eccezione a questa regola di base del test è nel caso in cui il campione di prova sia di dimensioni inferiori a 20 x 7 cm. È bene dire che è altamente importante che il campione di prova sia sufficientemente lungo: i cuscinetti in gomma posteriore e anteriore del telaio di guida devono poggiare sul campione stampato per evitare lo spostamento del campione stampato durante il test di abrasione.

Generalmente si utilizza come elemento di contrasto un campione di carta non stampata ricavato dallo stesso fiocco da testare. Occorre prestare attenzione alla scelta del lato corretto della carta: solitamente è il lato stampato, ma può capitare che si dia preferenza al retro della carta, ad esempio se si vogliono testare le caratteristiche di abrasione nel punto metallico.

Nel caso in cui non sia possibile ritagliare un pezzo di carta non stampata sufficientemente grande, il test dovrebbe essere eseguito utilizzando una carta simile. In alternativa può essere interessante il risultato dell’attrito tra due lati stampati. Pertanto è importante che il materiale applicato come elemento di contro attrito sia sempre specificato con esattezza.

Il campione di contro attrito ritagliato deve essere sempre di almeno 5,2 cm x 10 cm. È particolarmente importante che la larghezza non sia inferiore a 5,2 cm; altrimenti c’è il rischio che il rivestimento in gommapiuma del timbro di attrito venga portato con sé.

Ugra Abrasion Test: esecuzione

Prima di tutto il campione di prova stampato viene posizionato sulla lastra di plexiglas. Non è necessario fissare la carta stampata, poiché i cuscinetti in gomma posteriore e anteriore del telaio metallico di guida fisseranno il campione sulla base. Quindi la carta di contrasto (elemento di attrito) viene posizionata, con il lato di prova rivolto verso il basso, sul campione stampato. Infine si posiziona il tester di abrasione sul provino in modo da assicurarsi che il tampone di attrito copra esattamente la carta del controprovino. Il contatore viene regolato sulla posizione zero ruotando il pulsante del contatore. Per l’effettivo processo di test, la mano sinistra tiene il telaio guida del dispositivo, premendolo contro la piastra frontale (lato opposto) mentre la mano destra afferra le due maniglie grigie sul lato della slitta di abrasione e lo sposta agevolmente da un’estremità all’altro.

La durata della frizione è consigliata a 20 colpi (andata e ritorno). Questo numero standard di movimenti deve essere coerente per ogni test, indipendentemente dalla resistenza all’abrasione della stampa di prova. Assicura il confronto dei risultati con test effettuati in precedenza o valutazioni fatte da altri utenti del dispositivo. Questo numero di 20 colpi è stato determinato per ottenere risultati simili alla scala applicata con tester di abrasione di altri produttori. Per ottenere risultati simili con altri produttori, è necessario mantenere i seguenti valori relativi alla pressione e alla durata dell’attrito.

Ugra Abrasion Test: valutazione

Il risultato del test di abrasione deve essere giudicato visivamente, il più interessante è spesso il trasferimento del colore al campione di controprova. Indipendentemente dal fatto che sia qualificato solo il provino o anche il campione di contro attrito, il risultato del test di abrasione dovrebbe essere un’unica qualifica basata su una scala a tre stadi. Tuttavia, se è possibile effettuare un confronto tra il campione di prova e un campione di riferimento, deve essere applicata una scala diversa.

In questo caso il campione di prova, rispetto al campione di riferimento è:

  • Migliore;
  • Uguale
  • Peggiore

Nel caso in cui non sia disponibile un campione di riferimento, il risultato del test è qualificato secondo la seguente scala:

  • Buono;
  • Sufficiente;
  • Cattivo

Inoltre ogni valutazione della resistenza all’abrasione dovrebbe essere accompagnata dalle seguenti specifiche:

  • Dispositivo di abrasione utilizzato;
  • Descrizione della stampa esaminata;
  • Descrizione specifica del campione testato (es. tono pieno, testo, autotype, ecc.);
  • Specifica del campione di contro attrito (ad es. tipo di carta, quale lato della carta, ecc.);
  • Numero di campioni analizzati;
  • Durata dell’attrito (numero o durata dei colpi);
  • Condizioni di prova climatica.
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Ecco 10 curiosità sulla carta

Tutti noi, nella quotidianità, abbiamo a che fare con la carta: che si tratti di fogli per appunti, di libri, di riviste, di opuscoli informativi o di altro ancora siamo circondati da pagine di ogni genere e tipo.

Quanto sappiamo, però, di questo particolare supporto? Probabilmente poco o niente. Sei pronto per saperne di più? Bene, allora non ci resta che augurarti buona lettura.

  • Chi ha inventato la carta?

La carta è stata inventata nel lontano 105 d. C. in Cina da un funzionario dell’Impero, Ts’ai Lun. Per comporre questo nuovo materiale si servì di stracci uniti in un intreccio alla corteccia degli alberi e reti da pesca. L’Imperatore ne fu entusiasta perché era un materiale leggero, economico e resistente.

  • Quanto legno viene utilizzato per la carta?

Per realizzare la carta si utilizza l’11% del legno che si produce nel mondo, mentre il resto del legno viene utilizzato per creare energia e in segheria. Gli alberi più utilizzati sono i pioppi, perché crescono in fretta e costano poco; una volta tagliati vengono portati in fabbrica, scortecciati e tagliati a rondelle.

  • Qual è la carta ideale per un aeroplanino?

Il peso della carta deve essere medio, come il foglio A4 che si usa con le stampanti. La forma dell’ala, chiamata al singolare dato che è l’insieme delle due semi-ali, deve essere molto ampia se si vuole generare la spinta necessaria per far volare l’aereo; oppure stretta e allungata se si vuole far leva sulla velocità.

  • Quante volte si può piegare un foglio?

Sfatiamo il mito del foglio che si può piegare massimo 7 volte perché gli studenti di Southborough hanno raggiunto, grazie a vari calcoli, 13 pieghe… quasi il doppio! La prova è stata realizzata al Massachusetts Institute of Technology e, astutamente, gli studenti hanno utilizzato per la prova un rotolo di carta igienica molto sottile, lunga 8,5 km.

  • Quanti tipi di carta esistono?

La carta viene classificata in base alle caratteristiche che possiede e per cosa viene utilizzata, si suddivide in: carta igienica, carta alimentare, carta anti-fiamma, carta grafica e carta termica.

  • Perché taglia?

La carta taglia perché i fogli sono molto sottili e dunque affilati. Quando ci tagliamo con la carta danneggiamo solo una piccola parte della pelle ma, essendo molto superficiale, il nostro corpo non fa in tempo a stimolare i meccanismi di difesa, come il sanguinamento, quindi la cute resta aperta fino a quando non si rimarginerà.

  • A che temperatura brucia la carta?

La temperatura alla quale la carta brucia spontaneamente trova riferimento nel libro scritto da Ray Bradbury nel 1953, intitolato Fahrenheit 451, il cui titolo corrisponde proprio ai gradi secondo i quali la carta brucia spontaneamente. I 451 gradi Fahrenheit corrispondono a 232,5 gradi centigradi; alcuni tipi di carta, però, bruciano a temperature differenti, come i fogli di giornale a 180 gradi centigradi e le carte più spesse e calandrate che raggiungono i 300 gradi centigradi.

  • Quante volte può essere riciclata?

La carta è il materiale più riciclato in Europa: 2.000 kg vengono riciclati ogni secondo. Ma attenzione: può essere riciclata al massimo 7 volte perché le fibre mano a mano si deteriorano.

  • Materie prime alternative

Prima dell’avvento del legno come materia prima per produrre la carta, venivano utilizzate fibre di gelso, lino, stracci di cotone e canapa. In Thailandia l’azienda Elephant Dung ha recentemente sperimentato un altro materiale, ovvero le deiezioni degli elefanti, per le sue proprietà, come la ricchezza di fibre vegetali.

  • Carta e creatività

La quantità di cose che si possono fare con la carta è impressionante. Basta un po’ di fantasia per creare vestiti dell’alta moda parigina, come Isabelle de Borchgrave o come Sena Runa, che grazie alla tecnica del “paper quilling”, ha finalmente trovato il lavoro che fa per lei; questa tecnica consiste nell’arrotolare, modellare e incollare strisce di carta per comporre disegni decorativi.

 

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Settore cartario: scopri gli strumenti utilizzati

L’industria cartaria è nello specifico il settore manifatturiero formato dalle cartiere, la cui funzione è produrre carta e cartone, ma anche semilavorati e supporti per la stampa e l’imballaggio.

Il settore della carta si distingue sia dall’industria della cellulosa e della pasta legno che fornisce la materia prima per la lavorazione della carta, sia dall’industria cartotecnica e dell’imballaggio che invece utilizzano i semilavorati delle cartiere.

All’industria della carta, di solito, è attribuita la produzione di un’unica tipologia di prodotto, ma può anche produrre prodotti cartari differenti ed innovativi. A seconda dell’uso cui è destinato il prodotto finale, distinguiamo le seguenti attività produttive:

  • carta igienico sanitaria;
  • carta e cartone per l’imballaggio;
  • carte grafiche;
  • carte tecniche industriali (carta abrasiva, carta per avvolgimenti elettrici, carta per laminati plastici, eccetera).

La carta e il suo processo produttivo

Il processo produttivo della carta è suddiviso nelle seguenti fasi:

  • preparazione dell’impasto: la cellulosa e la carta riciclata vengono spappolate in apposite tine ed unite ad altre materie prime. Dalle tine di mescola, l’impasto viene quindi mandato alla macchina continua;
  • fabbricazione del foglio: grazie ad un processo senza interruzioni, la macchina continua feltra l’impasto asciugandolo e formando un foglio umido. Il risultato viene poi fatto seccare, lisciato e arrotolato su una bobina;
  • allestimento: riguarda tutte quelle operazioni effettuate sul nastro carta, che lo trasformano in prodotto finito (riavvolgimento, taglio, imballaggio, eccetera).

In alcune cartiere, specialmente quelle che producono carta per settore grafico, avvengono delle lavorazioni del foglio dopo che esso è stato prodotto dalla macchina continua. Esse sono solitamente:

  • patinatura: applicazione di una patina, composta da una miscela di pigmenti in sospensione acquosa, su ogni faccia del foglio per esaltare e migliorare la qualità del bianco, lisciare la superficie e renderla più ricettiva all’assorbimento dell’inchiostro esaltandone la resa cromatica in fase di stampa;
  • calandratura: le calandre sono dei rulli orizzontali che fanno parte della macchina continua e vengono utilizzate per conferire alla carta una finitura molto liscia e lucida, satinata;
  • marcatura: processo per il quale i fogli vengono marcati per renderne più facile il conteggio con la tolleranza di un foglio in più o in meno
  • taglio: è l’operazione dalla quale si può ottenere una bobina di carta di una dimensione particolare, oppure i classici fogli.

Nel nostro Paese ci sono circa 200 stabilimenti che producono oltre 11 milioni di tonnellate di carta ogni anno. Difatti, il nostro territorio trova posizione tra i primi 4 paesi europei.

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La storia della carta

“C’era una volta, quasi 2000 anni fa…”. Potrebbe iniziare esattamente così la storia della carta, che è antica quasi come il mondo!

La storia della carta infatti, è iniziata nel 105 d.C. in Cina, quando l’eunuco Ts’ai presenta all’Imperatore la sua nuova invenzione. Infatti, prima di questa scoperta, i documenti venivano scritti su bambù o su seta, due materiali che risultavano essere poco idonei per il loro peso o per il costo elevato. Per cui, scoperta la tecnologia per fabbricare la carta partendo dalla corteccia, si capì subito l’importanza e il valore che aveva e la Cina mantenne a lungo il segreto.

Affinché la carta esca dalla Cina e raggiunga Samarcanda, bisogna attendere fino al 750 d.C., periodo in cui il governatore del Califfato di Bagdad cattura due fabbricanti di carta cinesi per rubare i segreti della produzione di questo materiale ancora sconosciuto.

Fu da allora, che la storia della carta ha altre date fondamentali che ne segnano le tappe di sviluppo.

Proprio in Italia, fu la Sicilia la prima regione ad ospitare un impianto di produzione della carta, sotto il dominio islamico. Nel 1200 l’industria cartaria si diffonde in tutto il mondo mediorientale e anche l’Italia vede nascere le cartiere di Amalfi e Fabriano e, secolo dopo secolo, molti paesi europei ebbero i loro impianti per la produzione della carta: la Francia, l’Inghilterra e poi l’Olanda furono i paesi che più degli altri diedero il loro contributo alle tecniche di produzione e, in particolare, di sbiancamento della carta che, grazie all’invenzione della tipografia mobile, divenne un bene sempre più richiesto per la stampa dei libri.

Nel 1600 però, l’industria subisce una dura battuta d’arresto a causa della peste: la carta era infatti prodotta partendo dagli stracci ma, per fermare il contagio, venivano fatti bruciare, eliminando così, di fatto, la materia prima per la produzione di questo materiale. Sarà l’Olanda, nel 1800, a dare il via alla produzione della cellulosa dal legno, dopo che i tentativi con l’ortica, la felce, il luppolo e il mais diedero pochi risultati. E, nel 1880, fu inventato un procedimento che permetteva di ottenere anche una carta molto robusta: la carta Kraft, una vera rivoluzione per il mondo dell’imballaggio. Grazie alla pasta di legno, la produzione della carta diventò di massa, con la conseguente caduta di prezzo che la trasformò da prodotto di lusso a prodotto di largo consumo.